TORRI E CASTELLI

TORRE DI FIUZZI

Risale al XVI sec. all’epoca di Carlo V, sotto il vicerè di Napoli. Praia a Mare rientrò nel programma di fortificazioni che coinvolse la costa tirrenica per ovviare al pericolo delle incursioni turche. Di tutte le torri di vedetta, la Torre di Fiuzzi era la migliore, alta 12 metri e attrezzata per ogni occorrenza. Era collegata con la torre di avvistamento posta sull’estremità occidentale dell’Isola Dino e con essa comunicava in caso di pericolo. La torre di Fiuzzi è detta anche “cavallara”, perchè era raggiungibile a cavallo. Poteva ospitare un plotone di 12 armigeri. La Torre sorge sulla scogliera di Fiuzzi, importante frazione del comune di Praia per lo spet- tacolare scorcio di spiaggia. Quasi un tuttuno con la roccia, da un lato affaccia sul mare limpido e cristallino, mentre dall’altro presenta ai suoi piedi una pineta ed una flora tipica della macchia mediterranea.

TORRE DEL FRONTONE

Di notevole interesse è la Torre dell’isola Dino, di forma quadrangolare e di origine Normanna, fu utilizzata in epoca Angioina e Borbonica come punto di avvistamento contro le numerose invasioni della costa. Non è da confondere con la Torre di Dine o Dina di Capo Scalea. Poteva ospitare un presidio di otto uomini e un caporale. Fu costruita sulla punta occidentale dell’isola (denominata Frontone), a quota 73 metri sul livello del mare, come torre di avvistamento, di comunicazione e di allarme. Dalla torre si può ammirare lo splendido panorama del golfo di Policastro e le nidificazioni degli aironi grigi e dei falchi pellegrini, il tutto condito dai versi dei numerosissimi gabbiani reali. 

FORTE DEL FUMARULO

Il Fortino o Forte del Fumarulo fu costruito su un’antica torre, per metà risalente al ‘500 e per metà al ‘600, come difesa dei turchi, dal sacerdote don Tommaso Nappi e lasciata poi in eredità ai nipoti. Nel 1850 il sottintendente di Paola, distretto della provincia di Calabria Citra, per disporre con urgenza accomodi sul Forte per adibirlo a posto di guardia lungo il litorale, chiese un impegno da parte del Comune di Ajeta che erogò solo 9,60 ducati. In epoca recente è stato adibito a convitto e poi a scuola media e ginnasio. Dagli attuali proprietari è stato oggi destinato a fini turistici con la divisione in appartamenti privati acquistati da signori provenienti da diverse località del nord Italia. 

CASTELLO DEI MARCHESI COSENTINI D’AJETA

Come un nido di falchi sulla cima del colle, si erge maestoso il Castello di Praia a Mare, in località Fiuzzi: esso spicca in modo pittoresco tra la vallata denominata Saracena e l’estesa pianura cittadina. Con una struttura agguerrita e la posizione appartata, a spia del vasto tratto di mare tra il Golfo di Policastro e la costa di Vibo Valentia. Il castello normanno è un edificio militare il cui impianto architettonico originale risalirebbe al XII-XIII secolo, periodo normanno-angioino. Fu quasi certamente costruito da Carlo Duca di Calabria, figlio di Roberto Re di Napoli, nel ‘200 contro la difesa degli aragonesi.

Il castello medievale venne edificato su di una piccola altura di fronte al mare, sul ciglio occidentale del pianoro di Località Foresta ad un’altezza di 91 metri s.l.m. in una posizione centrale nella baia di Fiuzzi di fronte all’Isola Dino. L’imponente struttura muraria svetta su una delle dolci colline che lentamente scivolano verso il mare, lasciandosi alle spalle gli estremi contrafforti occidentali del Pollino. Faceva parte del sistema di difesa di Ajeta insieme a Torre della Nave, Torre del Fumarulo, Torre di Fiuzzi, Torre dell’Isola Dino, Torre del Porto di San Nicola Arcella e Torre di Capo Scalea. La planimetria è tipica dei castelli medievali: pianta rettangolare con due torri cilindriche angolari collegate da ampie mura e rifinite con merlature. La rocca normanna presenta, tuttavia, rifacimenti risalenti all’età Sveva.

Divenne sede di guarnigioni militari e nel 1806 fu sede della guarnigione dei “cavallari” posta al servizio della difesa della costa. Questo splendido maniero difensivo apparteneva a Riccardo di Lorya signore di Ajeta, nominato da Federico II capitano di guerra. Passò poi ai Cosentino di Aprigliano che nel 1571, sotto Scipione, acquistarono per 13 mila ducati il Feudo di Ajeta da cui l’attuale denominazione nobiliare. Quando, nel 1700, i Cosentino di Ajeta vendettero il feudo agli Spinelli per 111 mila e 850 ducati, quel castello era già in possesso della famiglia Giugni, famiglia di Firenze che per lunghi anni fu amministra- trice del feudo di Ajeta.

Nei primi anni 50, il discendente primogenito dei Cosentino, Alessandro Cosentino dei Marchesi di Ajeta, scese in Calabria per conoscere degli avi e decise di restaurare il castello secondo le sue originarie caratteristiche. Lo stemma gentilizio dei marchesi è ancora visibile sul portale d’ingresso. Pavimenti rifatti in cemento bianco, pareti e volte a calce bianca, la casa vive di sola architettura: i mobili sono ridotti al minimo e si è cercato di realizzare in muratura le attrezzature fisse necessarie. L’edificio è circondato da tipica macchia mediterranea ed alti cipressi che rendono l’ambiente ombreggiato e rilassante. È di proprietà privata ed oggi destinato ad uso di accoglienza turistica prevalentemente estiva.