CENNI STORICO-RELIGIOSI

Dopo la caduta dell’impero romano (VI sec. d.C.) la Calabria è stata interessata da ondate migratorie in seguito alla persecuzione iconoclasta sviluppatasi a Costantinopoli. Molti monaci si spostarono verso la Calabria, specialmente nella parte settentrionale dove si costituì l’Eparchia del Mercurion (Diocesi Greca del Mercurion). In alcuni centri questa presenza è evidenziata dai monumenti e dalle tradizioni spirituali “basiliane”, in altri si riduce alla esistenza di ruderi di antiche chiese e abbazie. A questa epoca risalirebbe l’esistenza di un Monastero Basiliano (Monastero di S.Elia) situato alle pendici di una collina nel territorio di Aieta, nelle Grotte di Sant’Elia, a Praia a Mare, attuale santuario de la Madonna della Grotta.

Nel VII sec vi fu la conquista della Calabria da parte dell’impero bizantino. I cenobi e le laure divennero luoghi di riferimento sia spirituale che amministrativi per le “cose” pubbliche. Fino al XI-XII sec, periodo di conquista da parte dei Longobardi e dei Normanni, l’area mercuriense rimase a governo monastico. I luoghi di culto erano piccoli, molte volte in grotte, con l’ingresso a occidente. Qui i monaci seguivano una vita semplice e austera, con materiali poveri in ambienti isolati.

Con la presenza dei Longobardi e dei Normanni i luoghi spirituali furono assegnati ai latini, che eliminarono le tracce della spiritualità orientale. 

Con la presenza dei Longobardi e dei Normanni i luoghi spirituali furono assegnati ai latini, che eliminarono le tracce della spiritualità orientale. La fede intorno all’anno mille era dettata dalle tristi condizioni di vita, pertanto si diffuse una profonda spiritualità popolare legata alla sofferenza e segnata dalla devozione mariana venerata e festeggiata con diversi titoli. Molte chiese vennero innalzate e il culto della Beata Vergine Maria si diffuse con diversità di titoli, tra cui dell’Assunta come nel caso di Praia.

La presenza di santuari nella provincia di Cosenza è stata dettata dall’esigenza di corrispondere alla ricerca spirituale della comunità cristiana, con luoghi di riferimento molto significativi. Sono luoghi della memoria, depositari delle tradizioni religiose della comunità cristiana, autentiche oasi per la vita spirituale. Sono luoghi di rara bellezza naturalistica, perchè generalmente situati in punti panoramici e incontaminati. La Chiesa di Santa Maria della Grotta a Praia a Mare è stata eretta a santuario diocesano nell’anno santo Mariano del 1987.

IL SANTUARIO

Il Santuario di Santa Maria della Grotta è uno dei luoghi di culto più importanti del Sud Italia. Meta di continui pellegrinaggi è stato ricavato dall’adattamento di tre grotte naturali sul Monte Vingiolo. È un posto di rara bellezza naturalistica, perché situato in un’area panoramica e incontaminata. Lo scenario che si presenta alla vista dei visitatori è unico nel suo genere. Una sua caratteristica è di essere direttamente collegata alla “Praia vecchia”, centro storico della cittadina, da una scalinata inca- stonata tra le rocce. Per favorire la riflessione e la meditazione nel salire al Santuario, nel 1995 è stata realizzata una “Via Crucis” con piccoli ciottoli della spiaggia locale.

La grande caverna è costituita da tre grotte poste a livello diverso, ognuna con una grande apertura naturale all’esterno da cui entra aria, luce e sole nel pomeriggio.

Varcato il cancello di accesso si entra nella prima grotta. Sulla destra si nota subito, protetto da un’inferriata, il grande masso arrotondato sul quale nel 1326, secondo la “leggenda”, fu deposta la statua della Madonna col Bambino. 

Nella sala a sinistra dell’ingresso nel 1992, con il contributo dei fedeli, è stato realizzato un presepe permanente. Nella seconda grotta il pavimento, in terra calpestata, è quasi sempre bagnato dal gocciolio che scende dalla volta. A destra un’acquasantiera a conca circolare, eretta quando la porta di accesso al Santuario era posta tra la prima e la seconda grotta. Sul lato destro della Grotta si vede ancora qualche tomba, testimonianza delle inumazioni avvenute nella grotta fino ai primi del 900. Sempre sul lato destro si vede la Cappella fatta costruire nel XVI sec. dal vescovo Tiberio Casentino; sull’altare vi è collocata una bianca statua marmorea della Madonna col Bambino, detta “Madonna della Neve”. Sul lato sinistro sono visibili gli scavi archeologici effettuati dall’Istituto di Paleontologia Umana dell’Università di Roma non ancora terminati. 

Superata la gradinata posta sul lato destro della grotta e varcato il cancello si entra nella grotta-cappella di 224 metri quadrati. Sulla destra si possono ammirare delle caratteristiche concrezioni millenarie sulle quali scorre permanentemente una sottile vena d’acqua. Sul fondo della grotta vi è l’Altare Maggiore su cui in una “nicchia” è posta la statua della Madonna. L’altare fu fatto erigere nel 1890 dall’Arciprete Nicola Moliterni con le offerte dei fedeli.

La grotta-cappella è illuminata dall’apertura naturale che si trova l’altare maggiore, producendo effetti di straordinaria bellezza. Dalla seconda grotta, dirigendosi verso l’apertura, si arriva al “belvedere”, visione panoramica di Praia, dell’Isola Dino e del golfo di Policastro. Sulla destra vi è il complesso del Campanile e della Canonica costruita secondo il criterio dell’architettura minore. 

Con la festa patronale del 14-15 agosto si vuole ricordare e celebrare l’arrivo della Madonna alle grotte del Monte Vingiolo avvenuto il 14 agosto del 1326. Tra le varie Celebrazioni, particolarmente suggestiva, è la processione a mare. Dal 1970, la sera del 15 agosto si svolge una processione serale che, partendo dalla Chiesa parrocchiale arriva, all’imbrunire, sulla spiaggia di Fiuzzi. Lì la Madonna viene posta su una grande barca che, con al seguito molte altre, prende il largo, gira intorno all’isola Dino e proseguendo lungo la costa, approda sulla spiaggia in direzione del Santuario, per fermarsi poi nella Chiesa Sacro Cuore. La sera del giorno 18, a conclusione dei festeggiamenti, accompagnata in processione da tanti fedeli, la Madonna ritorna al Santuario.

MADONNA DELLA GROTTA

La leggenda vuole che la statua lignea della Madonna arrivasse dall’oriente, via mare, il 14 agosto 1326. Un veliero levantino, comandato da un capitano cristiano, ma con una ciurma musulmana, veleggiando verso Occidente, giunto all’altezza di Praia, si arenò senza alcuna possibilità di smuoverlo. La ciurma, che aveva visto più volte il capitano in preghiera dinanzi alla statua lignea, custodita nella sua cuccetta, pensò che il sinistro fosse dovuto alla presenza di quell’idolo sulla nave. Si ammutinò e pretese che questo fosse gettato in mare. Il capitano, addoloratissimo, non seppe fare altro che calare la statua in una scialuppa e portarla sulla spiaggia vicina. Ma, non avendo trovato nessuno, e avendo scoperto, in compenso, la capace grotta, che si apriva in vista del mare, andò a depositarvi la preziosa statua e prese il largo. Dopo pochi giorni, un pastorello muto, salito sull’antro, si trovò improvvisamente al cospetto dell’immagine di Maria: rimase sbalordito e sentì di aver acquistato la voce. La fama del miracolo, si sparse per la contrada, e segnò l’inizio della devozione alla Madonna della Grotta che divenne sempre più intensa mano a mano che le grazie si aggiungevano alle grazie. L’antro allora fu trasformato in tempio e la statua della Vergine fu tolta dal masso su cui era stata posta all’ingresso della grotta, e trasferita su di un altare al centro della medesima. Nel 1979 la statua originale, venerata per secoli, fu trafugata. La festa del 15 di agosto vide allora arrivare un numero sempre maggiore di pellegrini dai paesi del litorale tirrenico.